Il marchio storico di interesse nazionale
Il 10 gennaio 2020 è stato firmato dal Ministro dello sviluppo economico, Sen. Stefano Patuanelli, il decreto che definisce le modalità per iscrivere un marchio di impresa al Registro speciale “Marchio storico di interesse nazionale”.
Il provvedimento offre uno strumento utile per perseguire l’obiettivo di accrescere la capacità attrattiva di quei marchi che sono presenti sul mercato da almeno 50 anni.
Si tratta, nello specifico, sia di marchi già registrati sia di marchi non registrati purché se ne possa dimostrare l’uso effettivo e continuativo.
Lo scopo ultimo è quello di far premio delle grandi ricchezze che nell’immaginario collettivo vengono associate all’Italia, la sua cultura, il suo prestigio, la creatività e il genio che da sempre ne sono un tratto distintivo universalmente riconosciuto.
In particolare, il logo “Marchio storico di interesse nazionale”, non costituisce un nuovo titolo di proprietà industriale, ma una sorta di “certificazione” che potrà essere utilizzata per finalità promozionali e commerciali affiancandola, secondo precise modalità, al marchio iscritto nel registro speciale senza alterarne la rappresentazione.
Questo nuovo brand del Made in Italy è uno strumento nuovo, messo a disposizione delle imprese italiane per tutelare la proprietà industriale di aziende storiche nella sfida verso la valorizzazione, l’innovazione, la sostenibilità, la competitività internazionale e che premia la continuità e la capacità di esaltare il know how italiano.
Oltre a tutelare il Made in Italy con questo marchio, il Ministero dello Sviluppo Economico si impegna a difendere le aziende con un fondo per la tutela dei marchi storici di interesse nazionale, per salvaguardare i livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività produttiva sul territorio nazionale.
Infatti, nel caso in cui l’impresa titolare o licenziataria di un marchio iscritto nel registro speciale intenda chiudere la produzione nel luogo d’origine, per cessazione di attività o per delocalizzazione, deve informare il Ministero che avvierà il procedimento per individuare gli interventi tramite il fondo appositamente istituito.
Il nostro Paese è al secondo posto tra i Paesi dell’Unione Europea per tutela dei marchi, dopo solo la Germania, ed è al quarto posto tra i 25 mondiali. Sul fronte dei brevetti, è invece al decimo posto a livello internazionale.
Ora la lotta contro contraffazione e l’Italian Sounding si avvale di uno strumento in più, che sarà spendibile anche all’estero.